In qualsiasi luogo, a casa come in ufficio, si dovrebbe avere un estintore a portata di mano. Questo costituisce una delle soluzioni migliori per difendersi da incendi, soprattutto perché non sempre l'intervento esterno è immediato. Non tutti conoscono, tuttavia, le regole per maneggiare un estintore o quale estintore usare per un tipo specifico di incendio.
Il corretto utilizzo di un estintore potrebbe salvare la nostra vita e quella di coloro che vivono o lavorano con noi. La giusta metodologia per maneggiare un estintore non è impossibile da mettere in pratica; in sostanza sono previsti quattro momenti:
Tuttavia per procedere è necessaria una conoscenza più approfondita, sia dell'utilizzo dell'estintore, sia della natura degli incendi e dell'agente estinguente.
Ricaricare un estintore significa sostituire il reagente, ovvero l'agente estinguente presente all'interno. Un estintore può essere ricaricato in vari modi, ma rivolgersi ad un esperto o ad una ditta privata è in assoluto il migliore, per essere sicuri del funzionamento dello stesso. Prima di essere ricaricato, è necessario svuotare l'estintore, per poi riempirlo completamente con un nuovo agente. Esistono, tuttavia, estintori monouso, che non possono essere ricaricati ma devono necessariamente essere sostituiti. In alcuni casi, la sostituzione completa dell'apparecchio può essere anche più economico, soprattutto quando si tratta di un estintore di piccole dimensioni.
Un estintore è un mezzo antincendio di primo intervento: un corretto uso dell'estintore può verificarsi solo in presenza di piccoli focolai o di principi di incendio. L'azione di un estintore è tuttavia fondamentale per limitare i danni, per evitare che la situazione si aggravi e soprattutto per proteggere l'incolumità delle persone; a tale scopo, è necessario anche conoscere i vari tipi di estintori e di incendi, capendo così quale utilizzare nelle differenti situazioni. Ad esempio, in caso di incendi negli impianti elettrici, quale estintore è bene usare? Cerchiamo di capirlo.
TIPO | USO | CLASSE |
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Acqua, vapore | Dirigere il getto alla base delle fiamme | A, C |
Schiuma | Far cadere la schiuma dall'alto sul fuoco | A, B |
Polvere | Dirigere il getto alla base delle fiamme | A, B, C |
Polveri speciali | Dirigere il getto alla base delle fiamme | D |
Anidride carbonica, azoto | Avvicinare il getto quanto più vicino possibile, colpendo il fuoco prima ai lati, poi davanti e sopra | A, C, E |
Gas alogenati | Base delle fiamme | A, B, C |
Prima di vedere come si spegne un incendio, è bene capirne l'evoluzione. L'incendio, infatti, consta di quattro momenti:
La fase di ignizione corrisponde al momento iniziale dell'incendio, durante il quale la quantità di fiamme e di calore prodotti sono ancora piuttosto limitati. In questo primo momento, è possibile ricorrere a mezzi di primo intervento per poterlo estinguere, in modo piuttosto semplice. Durante la fase successiva, quella di propagazione, la combustione interessa un'area più estesa, con un calore ed un quantitativo di fiamme tali che è impossibile avvicinarsi senza il dovuto equipaggiamento. Nella fase di incendio generalizzato si ha l'accensione spontanea dei materiali presenti nell'ambiente; si assiste ad un brusco incremento della temperatura e ad una crescita esponenziale della velocità di combustione. Quando l'incendio ha terminato di interessare tutto il materiale combustibile, comincia la fase di estinzione, caratterizzata da abbassamento delle temperature e dissipazione di calore, tramite fumi e fenomeni di conduzione termica. Per spegnere un incendio, è necessario eliminare uno dei lati del triangolo di fuoco.